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Sete
2,156 visite univoche dal 07/08/2010, l'ultima volta: 3 mesi fa.
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recensore:
Recensione # 1, data 07/08/2010
Terribili questi incubi alcolici. Tempo fa li ho assaggiati e li ho dimenticati con piacere.Molto particolare la forma, mi piace.
PS: benvenuto!
recensore:
risposta dell'autore, data 07/08/2010
Grazie! Per fortuna è un incubo frutto della fantasia diurna.Marco
recensore:
Recensione # 2, data 07/08/2010
Molto molto originale sia il contenuto che la forma. Mi è assai piaciuto! 
recensore:
Dino
Recensione # 3, data 07/08/2010
A me è piaciuto lo "scontro" tra la luce proveniente dalla lampada con quella proveniente dal sole. E' un'immagine poetica e fantstica che contrasta col resto del racconto di tipo kafkiano(Metamorfosi), surreale ed astratto come la descrizione di un sogno vivido o il desiderio di sdoppiarsi per fugare le paure della vita.recensore:
Pia
Recensione # 4, data 07/08/2010
surreale, sì, e visivo. Ho visto l'esserino muoversi nella bottiglia, un semplice movimento una burrasca per lui, non solo è un'ottima idea, ma hai saputo renderla benissimo anche con poche parole, la qual cosa non è assolutamente facile. Bravo davvero e benvenuto recensore:
risposta dell'autore, data 08/08/2010
Grazie per il paragone con uno dei miei scrittori preferiti.Un saluto da Genova, città dal centro storico vasto, fantastico e magico.
Marco
recensore:
risposta dell'autore, data 08/08/2010
A me riesce meglio con poche parole di solito.Sto scrivendo storie di maggior respiro, ma mi costa fatica e non so quale sarà il risultato.
Forse non dovrei rispondere qui, prima o poi capirò come funziona.
recensore:
Recensione # 5, data 08/08/2010
Bella prova, molto particolare.Ho sottolineato:
"Chissà cosa pensa, galleggiando a faccia in su, nel guardare il tappo da sotto." Una immagine che mi ha fatto riflettere.
Ciao e benvenuto.
recensore:
Giuseppe Novellino
Recensione # 6, data 09/08/2010
Bello il racconto. Con un linguaggio poetico, l'autore è riuscito a concentrare la narrazione di un delirio che avrebbe richiesto un ben più nutrito numero di parole e di pagine. Interessante la scelta di non specificare di che sete si tratti, cioè di che liquido sia piena la bottiglia.recensore:
Recensione # 7, data 28/09/2010
La sete nasce dal bisogno di ingerire qualcosa di liquido che idrati il corpo, cosa ben diversa è la fame che esige cibi corposi e succulenti. La sete è il rinfrescante appagamento di un bisogno, la fame è la consistenza del bisogno. In questo raccontino surreale il personaggio maggiore ingoia il piccolo se stesso perchè ha necessità di bere e non importa se dovrà ingurgitare quel mostriciattolo in miniatura simile a un insetto. Dietro il significato simbolico ovviamente c'è un significato recondito non difficile da intuire. Ognuno di noi viene infettato dal germe patogeno che non è un corpo estraneo o alieno, la vera patologia nasce da noi stessi e si annida nei meandri dell'essere per nuocere, ammalare e distruggere. Una lettura molto interessante, anche perchè la brevità concentra il messaggio rendendolo incisivo e pregnante.recensore:
Visitatore
Recensione # 8, data 13/03/2011
Già , come si suol dire -Il nemico è in noi!-ciao da Marco
recensore:
Recensione # 9, data 16/03/2011
In situazioni simili-il condominio ha staccato l'acqua per lavori, non ho fatto scorte d'acqua, sono troppo pigra per recarmi al bar-anche a me è capitato di bere acqua ristagnata con qualcosa di sospetto dentro. Come al protagonista di questa storia ho preferito bere senza indagare. Semplicemente e disperatamente per sete…Certo se ci penso… brr brr
recensore:
Recensione # 10, data 19/05/2012
Sete la mia sete nelle mie bottiglie sparse per tutta la casa, allora c'è una me per ogniuna di loro! No non lo sopporterei, me moltiplicato per bottiglie sarebbe la pazzia, mi basto gia da sola. Geniale. Trovare questo germe iniziale, chissà da dove ti è scaturito.
Il racconto va da se che si legge in un minuto, anzi in una bracciata.
Ora vado a vedere quanti siamo in casa, non vorrei preparare cena per tutti.
recensore:
Flavio Capelli
Recensione # 11, data 23/06/2015
Bello, mi piace, forse un po' allucinatorio ma godibilissimo.recensore:
Recensione # 12, data 04/10/2015
Curioso, intrigante. Sete...e poi...sete...e ancora sete! Cadenza l'aspettativa, crea quell'ansia lettrice che fa intrigare. Alcuni passaggi mancano di virgole. Ho provato a leggerli come se ciò facesse parte dello studio del racconto. Mi mancava l'aria, e forse questo era il tuo scopo. Ma quelle frasi, se scritte intenzionalmente senza virgole, proverei a rivederle perché l'effetto da te voluto e l'estetica possano combaciare. L'idea è ottima!recensore:
Arcangelo Galante
Recensione # 13, data 18/08/2017
Strana cosa i sogni, perché ingestibili, giungono quando vogliono, si fanno dimenticare e ci costringono a riflettere sopra l'accaduto e, qualche volta, si inseguono, perfino, inutilmente, senza saperlo. Assai diversi da quelli fatti a occhi aperti, si sogna di essere svegli e il cervello pare per davvero convincerci della realtà, sino ai dettagli di una mentale sceneggiatura. Ma poi, si aprono gli occhi e all'istante, quel sogno sparisce. E soffermandoci sul sogno narrato dall'autore, avrebbe dovuto forse essere una valvola di scarico, ma invece, esso, comportato si è da padrone, in funzione dell'impossibilità di modificare il dipanarsi della vicenda tutta. D'altro canto, la dinamica descrittiva di alcune sensazioni, percepite dai personaggi nel dialogo, malgrado non aggradi, immutate restano. Sono in sogno o son desto, mi verrebbe da riflettere?! Ci si "sveglia" sempre disorientati, con un dubbio fievole, sussurrante all'orecchio, nel continuare a pensare di passare gran parte della vita da un sogno all'altro. Così ho voluto interpretare la pubblicazione. Un cordiale saluto, Marco!(Licenza di default del sito)
Sete di Marco Marengo è pubblicata sotto licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
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