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Il rosso non ha paura
48 visite univoche dal 22/07/2017, l'ultima volta: 4 settimane fa.
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recensore:
Recensione # 1, data 23/07/2017
Un racconto che ti tiene col fiato sospeso fino all’ultimo istante, dove siamo tutti come Livia, non ci importa tanto del coraggio quanto della vita del nostro eroe. Questo strano sport ha l’aria molto aggressiva, infatti dici che all’inizio è illegale, e da donna (e pure non sportiva) devo dirti che m’impressiona. Ci sono sport pericolosi anche oggi in cui si muore (moto, formula uno, corse di motoscafi) e altri in cui lo scopo è abbattere l’avversario (boxe, scherma, lotta), ma qui si infilza proprio alla cieca tipo gladiatori. Questo per dirti che capisco Mario, che tiene alla propria dignità, ma che lo disapprovo per come rischia di morire a quel modo, perché è un gioco dove oltre all’abilità ha un grosso peso la fortuna. In questo caso non è diverso dal padre che scommette, anzi è peggiore perché gioca d’azzardo sulla propria vita e su quella della moglie e del figlio. Perciò ho tirato un sospiro di sollievo ma ne vado senza applaudirlo.L’applauso invece lo faccio a te, per l’idea del racconto e per lo stile con cui l’hai narrato, per come hai descritto ambiente e personaggi, e per come hai catturato il lettore.
recensore:
risposta dell'autore, data 24/07/2017
ti ringrazio per il commento e per le belle parolesì, il comportamento di Mario non è approvabile da tutti, questo è ovvio, ma si sa, l'orgoglio è una brutta bestia e ne ha fatti fuori tanti. poteva far fuori anche lui.
il fencing ball è uno sport che ho inventato io, non esiste nulla di simile, per fortuna. non ancora, perlomeno.

recensore:
Arcangelo Galante
Recensione # 2, data 13/08/2017
Un racconto fantasioso, non privo di una chiave di lettura introspettiva. Per farla in breve, potremmo interpretarlo nella maniera seguente: letterariamente, l'autore, descrive timori, fragilità, desiderio di pacifica convivenza e una legittima ansia, scaturita, non solo dalla propria umanità, ma dal confronto con la realtà, ahimè, non sempre armoniosa, facente parte del protagonista. Nella vita di oggi, il sorriso a cattiva sorte è divenuto una regola, quasi ci si dovesse vergognare di mostrare profondi sentimenti di paura, davanti a un rischio divenuto oggetto di scelta, da parte di un individuo. Ma, purtroppo, c'è chi scorda, per un momento, pure "il rischio", in quanto preso dall'eccessivo orgoglio, nonché dal desiderio d'andare avanti, in ogni tipo di "gioco". Un cordiale saluto, Fausto!recensore:
risposta dell'autore, data 16/08/2017
Grazie per il commento, arcangeloottime alcune tue riflessioni
mi verranno utili
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Il rosso non ha paura di Fausto Scatoli è pubblicata sotto licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
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