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«Glielo garantisco, è l’ultimo modello, è eccezionale. Se permette le illustro le potenzialità.»
La voce del rivenditore è concitata, quasi stesse per vendere sua madre, ma è anche convincente e quindi faccio un cenno di assenso.
Gli appare un sorriso che taglia in due la faccia. Già non è un adone, adesso poi…
«Ecco, guardi qua e ascolti bene» e parte a raccontarmi le capacità del motore, il consumo pari a quasi zero e tutte le altre amenità della nuova Cycar.
«Senta» lo interrompo, «tutte queste cose le so, è inutile che me le ripeta. Io voglio sapere dell’antifurto, l’ultimo modello di antifurto. Niente altro.»
Rimane un attimo sorpreso, poi torna a sorridere: «Ah, certo, mi scusi. Guardi, è semplicissimo e assolutamente infallibile, può anche lasciare i finestrini aperti e nessuno le ruberà l’auto.»
«Bah, non è la prima volta che lo dite, ma si è sempre rivelata una bufala. Io voglio essere sicuro.»
«Non si preoccupi, le do la dimostrazione. Stia a vedere.»
Apre la portiera e si accomoda sul sedile del guidatore. Inserisce la scheda e l’auto si attiva.
«Ora saremmo pronti per partire, ma fingiamo invece di essere arrivati e aver parcheggiato.»
Abbassa il finestrino poi toglie la scheda.
“Inserire allarme antifurto. Inserire allarme antifurto” dice la voce elettronica della Cycar.
«Vede questo pulsante?» Mi indica un bottone sul cruscotto riportante la scritta AF. «Ora lo pigiamo e l’antifurto è attivato. Abbiamo trenta secondi di tempo per uscire prima che si inneschi definitivamente» dice scendendo dall’automezzo.
Mi guarda, sempre sorridendo. «Pochi secondi ancora… ecco, ora posso dimostrarle come funziona.»
Prende una sbarra di metallo, della quale nemmeno mi ero accorto, appoggiata alla parete vicina e fa per inserirla nello spazio aperto del finestrino.
«Stia bene attento.»
La sbarra entra nella macchina e si spezza in due: metà in mano al venditore e metà all’interno del mezzo.
Sono sbalordito, non mi sono reso conto di come sia successo.
«Mi scusi» faccio, «ma non ho capito cosa…»
«Semplicissimo» ribatte, «una serie di raggi laser parte da vari punti e taglia qualsiasi cosa tenti di entrare.»
«Quindi se il ladruncolo allunga il braccio…»
«Esatto: zak, tranciato di netto. E senza possibilità di reinnesto, perché il raggio è studiato per cauterizzare all’istante il moncone.»
Sono estasiato. «Fantastico» dico. Però mi viene un dubbio e chiedo: «Ma se il finestrino è chiuso? Se forza la portiera?»
«Nessun problema. Dovesse aprire la portiera il laser partirebbe da sotto, ecco, guardi qui, e il risultato sarebbe il medesimo» risponde con gioia.
«Ascolti, sono intenzionato a prenderla, però mi serve un’ultima informazione.»
«Dica.»
«Per disinserire? Sa, non vorrei…»
«Oh, ma certo. Semplice anche questo: deve prendere la scheda e appoggiarla su un punto qualsiasi della carrozzeria insieme a una delle sue mani, non importa quale. Vede, dopo l’atto di vendita, e il pagamento, ovviamente, le sue impronte digitali verranno inserite nel circuito della Cycar e solo lei potrà disinserire l’allarme.»
«Perfetto» ribatto, «andiamo a stilare il contratto.»
«Bene, la macchina è sua. Questa è la scheda di input e in questo cd ci sono tutte le istruzioni» dice il venditore consegnandomi una busta, «buon divertimento.»
Soddisfatto, vado a prendere possesso del mio nuovo veicolo.
Apro la portiera e allungo la gamba destra per salire. L’odore di carne bruciata arriva prima del dolore.
Sento delle voci in lontananza. Cerco di alzarmi ma il corpo non mi risponde.
«Tranquillo, signor Faiz, tranquillo. Siamo in ospedale, è in uno stato di paralisi indotta. Tra poche ore tornerà come prima. O quasi.»
Voglio parlare ma non esce la voce.
«Stia calmo, le ho detto. Abbia pazienza, ci vuole qualche ora perché la protesi aderisca.»
Protesi? Ma che cazzo…
La Cycar! Il laser… è mia, non doveva…
«Aaaa…» finalmente mi è tornata la voce, riesco a parlare di nuovo.
«Eccomi. Ora la stacco dal letto, ma non si agiti» dice l’infermiere muovendosi di qua e di là.
Lentamente riacquisto possesso dei miei arti, muovo le mani, i piedi.
I piedi!
Mi rendo conto di essere nudo e guardo in basso: la gamba destra dalla coscia in giù ha la pelle di un colore diverso.
«Le abbiamo messo una protesi tipo androide, non potevamo reinnestare l’arto tagliato.»
Mi tornano in mente le parole del venditore. Mi deve qualche spiegazione.
Quasi avesse letto il mio pensiero, l’infermiere mi dice: «La prossima volta disinserisca l’antifurto prima di entrare in auto. Oppure cambi assicurazione, visto che la sua risponde solo per un arto all’anno.»
La voce del rivenditore è concitata, quasi stesse per vendere sua madre, ma è anche convincente e quindi faccio un cenno di assenso.
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«Senta» lo interrompo, «tutte queste cose le so, è inutile che me le ripeta. Io voglio sapere dell’antifurto, l’ultimo modello di antifurto. Niente altro.»
Rimane un attimo sorpreso, poi torna a sorridere: «Ah, certo, mi scusi. Guardi, è semplicissimo e assolutamente infallibile, può anche lasciare i finestrini aperti e nessuno le ruberà l’auto.»
«Bah, non è la prima volta che lo dite, ma si è sempre rivelata una bufala. Io voglio essere sicuro.»
«Non si preoccupi, le do la dimostrazione. Stia a vedere.»
Apre la portiera e si accomoda sul sedile del guidatore. Inserisce la scheda e l’auto si attiva.
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Abbassa il finestrino poi toglie la scheda.
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«Vede questo pulsante?» Mi indica un bottone sul cruscotto riportante la scritta AF. «Ora lo pigiamo e l’antifurto è attivato. Abbiamo trenta secondi di tempo per uscire prima che si inneschi definitivamente» dice scendendo dall’automezzo.
Mi guarda, sempre sorridendo. «Pochi secondi ancora… ecco, ora posso dimostrarle come funziona.»
Prende una sbarra di metallo, della quale nemmeno mi ero accorto, appoggiata alla parete vicina e fa per inserirla nello spazio aperto del finestrino.
«Stia bene attento.»
La sbarra entra nella macchina e si spezza in due: metà in mano al venditore e metà all’interno del mezzo.
Sono sbalordito, non mi sono reso conto di come sia successo.
«Mi scusi» faccio, «ma non ho capito cosa…»
«Semplicissimo» ribatte, «una serie di raggi laser parte da vari punti e taglia qualsiasi cosa tenti di entrare.»
«Quindi se il ladruncolo allunga il braccio…»
«Esatto: zak, tranciato di netto. E senza possibilità di reinnesto, perché il raggio è studiato per cauterizzare all’istante il moncone.»
Sono estasiato. «Fantastico» dico. Però mi viene un dubbio e chiedo: «Ma se il finestrino è chiuso? Se forza la portiera?»
«Nessun problema. Dovesse aprire la portiera il laser partirebbe da sotto, ecco, guardi qui, e il risultato sarebbe il medesimo» risponde con gioia.
«Ascolti, sono intenzionato a prenderla, però mi serve un’ultima informazione.»
«Dica.»
«Per disinserire? Sa, non vorrei…»
«Oh, ma certo. Semplice anche questo: deve prendere la scheda e appoggiarla su un punto qualsiasi della carrozzeria insieme a una delle sue mani, non importa quale. Vede, dopo l’atto di vendita, e il pagamento, ovviamente, le sue impronte digitali verranno inserite nel circuito della Cycar e solo lei potrà disinserire l’allarme.»
«Perfetto» ribatto, «andiamo a stilare il contratto.»
«Bene, la macchina è sua. Questa è la scheda di input e in questo cd ci sono tutte le istruzioni» dice il venditore consegnandomi una busta, «buon divertimento.»
Soddisfatto, vado a prendere possesso del mio nuovo veicolo.
Apro la portiera e allungo la gamba destra per salire. L’odore di carne bruciata arriva prima del dolore.
Sento delle voci in lontananza. Cerco di alzarmi ma il corpo non mi risponde.
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Voglio parlare ma non esce la voce.
«Stia calmo, le ho detto. Abbia pazienza, ci vuole qualche ora perché la protesi aderisca.»
Protesi? Ma che cazzo…
La Cycar! Il laser… è mia, non doveva…
«Aaaa…» finalmente mi è tornata la voce, riesco a parlare di nuovo.
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Mi spiace dover dire che non mi è piaciuto. E d'altra parte non siamo qui per farci solo i complimenti... Certamente l'autore è stato bravo nell'ideare il racconto che è indubbiamente fuori dal comune: gli va pertano riconosciuta l'originalità del testo. Nel complesso, però, lo ho trovato noiosetto oltre che inquietante.
- Fausto Scatoli
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Re: Ultimo modello
a me spiace non ti sia piaciuto, lauraLaura Traverso ha scritto: ↑02/01/2019, 18:09Mi spiace dover dire che non mi è piaciuto. E d'altra parte non siamo qui per farci solo i complimenti... Certamente l'autore è stato bravo nell'ideare il racconto che è indubbiamente fuori dal comune: gli va pertano riconosciuta l'originalità del testo. Nel complesso, però, lo ho trovato noiosetto oltre che inquietante.
come mi spiace lo abbia trovato noiosetto e inquietante
soprattutto perché ho voluto provare un pezzo che voleva essere sarcastico, divertente e leggero.
ma tant'è
grazie del commento
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Certo che anch’io pretenderei delle spiegazioni dal venditore!
Vorrei capire perché il protagonista è fissato con l’antifurto, gli hanno rubato molte auto?
Racconto ironico sugli abusi della tecnologia, o sulla stupidità umana.
Scrittura scorrevole e corretta, tutto sommato un buon racconto.
Vorrei capire perché il protagonista è fissato con l’antifurto, gli hanno rubato molte auto?
Racconto ironico sugli abusi della tecnologia, o sulla stupidità umana.
Scrittura scorrevole e corretta, tutto sommato un buon racconto.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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- Isabella Galeotti
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Nella sua brevità sei riuscito a toccare molti punti importanti. Il cuore, il venditore vuole vendere, vuole lavorare quindi racconta di questo oggetto e di tutte le sue caratteristiche. Il futuro, già, spero proprio che nessuna assicurazione possa inventare un antifurto come questo. La paura, ebbene sì il nuovo proprietario nell'esplosione della spigazione del venditore si dimenticaalcune funzioni, ed allora ora è molto preoccupato perchè si trova in ospedale e pensa di essersi procurato solo una bruciatura...Il sarcasmo del racconto no ha eguali. I personaggi a questo punto sono tre lui il venditore e l'oggetto, che quotidianamente usiamo e quotidianamente speriamo che non ci venga rubato. L'autore li ha fatti ruotare molto bene all'interno della storia. Duro,ma 

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Re: Ultimo modello
grazie, IsabellaIsabella Galeotti ha scritto: ↑04/01/2019, 15:15Nella sua brevità sei riuscito a toccare molti punti importanti. Il cuore, il venditore vuole vendere, vuole lavorare quindi racconta di questo oggetto e di tutte le sue caratteristiche. Il futuro, già, spero proprio che nessuna assicurazione possa inventare un antifurto come questo. La paura, ebbene sì il nuovo proprietario nell'esplosione della spigazione del venditore si dimentica alcune funzioni, ed allora ora è molto preoccupato perchè si trova in ospedale e pensa di essersi procurato solo una bruciatura...Il sarcasmo del racconto no ha eguali. I personaggi a questo punto sono tre lui il venditore e l'oggetto, che quotidianamente usiamo e quotidianamente speriamo che non ci venga rubato. L'autore li ha fatti ruotare molto bene all'interno della storia. Duro,ma![]()
vedo con piacere che hai recepito praticamente tutti i messaggi lanciati
l'intenzione era di scrivere una storiella leggera ma che avesse un certo siignificato
per questo ho usato il sarcasmo, per farla arrivare
certo, può apparire cruda, ma vuole solo far sorridere pensando a come si può divenire se ci si lascia prendere dalla società attuale
cercare di rimanere sé stessi è sicuramente meglio
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E' un racconto che si lascia leggere e possiede un gran potenziale grottesco, che per mio gusto è sempre gradito, ma credo vada sviluppato meglio. Mi spiego: ciò che è alla base del racconto di per sé è assurdo, e non è un male, ma il resto dell'ambientazione, appena abbozzato, andrebbe sviluppato con maggior coerenza e plausibilità, al netto del grottesco, ovviamente. Roberto, prima di me, ha chiesto non a torto del perché il cliente sia ossessionato dagli antifurti - uno dei motivi potrebbe essere il trovarsi in un certo "qui ed ora" dove per una causa x (basta citarla, se proprio non si vuole eccessivamente approfondire) magari il crimine è arrivato a cifre record. E cito questo a titolo d'esempio, perché capisco che non si può mettere ciccia a ogni osso, date le penalità per le battute. Ribadito questo, è valsa la pena leggerlo tutto anche solo per battuta finale, che ho trovato davvero riuscitissima - quella sulle assicurazioni.
Ricapitolando, avrei voluto vedere maggior caratterizzazione del contorno, così che non ne risentisse la coerenza complessiva del racconto. I personaggi, abbozzati anche loro, di contro appaiono ben concepiti per via dei dialoghi ben fatti.
A rileggerti!
Ricapitolando, avrei voluto vedere maggior caratterizzazione del contorno, così che non ne risentisse la coerenza complessiva del racconto. I personaggi, abbozzati anche loro, di contro appaiono ben concepiti per via dei dialoghi ben fatti.
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Re: Ultimo modello
ciao, Draper
intanto grazie per il commento.
poi devo darti ragione sul fatto che non ho ben chiarito i motivi dell'ossessione.
onestamente non credevo fosse necessario; già ora viviamo in un mondo dove i furti sono all'ordine del giorno, e la situazione credo sia in peggioramento costante.
del resto, quando un tipo si prende una macchina nuova pretende determinate garanzie e tra queste c'è l'antifurto.
come già scritto, voleva essere un racconto leggero e sarcastico.
mi fa piacere il tuo apprezzamento.
intanto grazie per il commento.
poi devo darti ragione sul fatto che non ho ben chiarito i motivi dell'ossessione.
onestamente non credevo fosse necessario; già ora viviamo in un mondo dove i furti sono all'ordine del giorno, e la situazione credo sia in peggioramento costante.
del resto, quando un tipo si prende una macchina nuova pretende determinate garanzie e tra queste c'è l'antifurto.
come già scritto, voleva essere un racconto leggero e sarcastico.
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Re: Ultimo modello
Ricordatevi di specificare "Commento" come titolo del messaggio usato per commentare le opere in Gara, altrimenti non verranno conteggiati il sistema, grazie!
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Mi è abbastanza piaciuto, di per sé la storia mi ha incuriosito, però ci sono troppe domande senza risposta che mi lasciano perplessa.
È come se la storia fosse ambientata in un futuro prossimo nel quale simili antifurti possano essere accettabili nella società, questo significa che gli arti sono facilmente rimborsabili? (non so se sia la parola più corretta da usare in questo caso).
Poi per quale ragione servirebbe una simile e tanto pericolosa contromisura per una macchina?
Non so, il fatto che queste domande siano aperte mi lascia un po' l'amaro in bocca, mi piacerebbe leggere una versione più completa di questo racconto e capire meglio il mondo nel quale è ambientato.
È come se la storia fosse ambientata in un futuro prossimo nel quale simili antifurti possano essere accettabili nella società, questo significa che gli arti sono facilmente rimborsabili? (non so se sia la parola più corretta da usare in questo caso).
Poi per quale ragione servirebbe una simile e tanto pericolosa contromisura per una macchina?
Non so, il fatto che queste domande siano aperte mi lascia un po' l'amaro in bocca, mi piacerebbe leggere una versione più completa di questo racconto e capire meglio il mondo nel quale è ambientato.
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Re: Ultimo modello
ciao e grazie per il commentoSeira Katsuto ha scritto: ↑09/01/2019, 11:30Mi è abbastanza piaciuto, di per sé la storia mi ha incuriosito, però ci sono troppe domande senza risposta che mi lasciano perplessa.
È come se la storia fosse ambientata in un futuro prossimo nel quale simili antifurti possano essere accettabili nella società, questo significa che gli arti sono facilmente rimborsabili? (non so se sia la parola più corretta da usare in questo caso).
Poi per quale ragione servirebbe una simile e tanto pericolosa contromisura per una macchina?
Non so, il fatto che queste domande siano aperte mi lascia un po' l'amaro in bocca, mi piacerebbe leggere una versione più completa di questo racconto e capire meglio il mondo nel quale è ambientato.
a me spiace davvero che non si comprenda il sarcasmo e l'ironia che permeano il racconto
evidentemente ho sbagliato qualcosa.
tutta la storia è una semplice esasperazione di situazioni già presenti.
intendo dire che se andiamo avanti di questo passo rischiamo di trovarcisi davvero.
la stessa ironia si rifa sulla storia dell'assicurazione: ha difficoltà a rimborsare già oggi, figuriamoci domani, dove dovrà addirittura garantire arti nuovi.
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Re: Commento
COMMENTO: non amo i racconti di robotica, l'ho trovato un pò strano nel senso che non piace a me, mi ha sorpreso ma non positivamente; lascia l'amaro in bocca nella mia lettura
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Commento
Ci vedo del forte humour su una delle psicosi, ahimè, più diffuse ai nostri tempi, ovvero la paura di subire furti o rapine. Scritto bene, incuriosisce fino alla fine e si cerca di capire fin dove possano spingersi le "armi difensive" della vettura, fino al tragicomico epilogo. Merita lode il fatto di aver evidenziato - almeno per quello che ho capito io - come a volte siano più i timori che i fatti a causarci danni. Avrei provato a contestualizzare meglio, magari spiegando perché il protagonista sente questa fortissima necessità di proteggere il proprio veicolo.
- Daniele Missiroli
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Idea: Abbastanza originale. Peccato si capisca subito cosa succederà.
Trama: Una persona ossessionata dai furti capirà che quello era il problema minore.
Personaggi: Abbastanza credibili. Forse il venditore andrebbe più disumanizzato.
Argomento: Un pomeriggio splatter?
Lettura: Scorrevole, nessun errore.
Grammatica e Sintassi: niente da eccepire.
il consumo pari a quasi zero - il consumo pari quasi a zero
Giudizio: Buono, anche se manca la sorpresa.
Trama: Una persona ossessionata dai furti capirà che quello era il problema minore.
Personaggi: Abbastanza credibili. Forse il venditore andrebbe più disumanizzato.
Argomento: Un pomeriggio splatter?
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Eh, mi dispiace per la gamba del povero protagonista ma io l'ho trovato divertente. Forse, è meglio dire divertente con una nota di amaro, una specie di ammonizione su quanto ci aspetta in futuro, vista l'ossessione tecnologica che ci pervade. Da un lato questa tecnologia ci rende la vita più semplice ma dall'altro non ci perdona gli errori di logica. Insomma è come sbraitare al computer quando l'errore è stato nostro, sperando che non ci tiri un pugno.
Capisco anche l'ossessione per l'antifurto: più cose belle hai, più le devi proteggere. Il cenno alle assicurazioni è perfetto, aiuta a portare l'ambientazione in quel futuro così prossimo.
La narrazione mi piace, asciutta, semplice e incisiva; un racconto apparentemente semplice che fa riflettere su temi importanti.
Capisco anche l'ossessione per l'antifurto: più cose belle hai, più le devi proteggere. Il cenno alle assicurazioni è perfetto, aiuta a portare l'ambientazione in quel futuro così prossimo.
La narrazione mi piace, asciutta, semplice e incisiva; un racconto apparentemente semplice che fa riflettere su temi importanti.


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Racconto basato su una idea molto originale, anche se con un finale non particolarmente sorprendente. Il testo è scorrevole e si legge volentieri. In un racconto breve l'idea alla base è di sicuro la componente più importante e pertanto comporta, da parte mia, un giudizio più che positivo.
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Re: Commento
in effetti volevo essere sarcastico.Gabriele Ludovici ha scritto: ↑16/01/2019, 10:00Ci vedo del forte humour su una delle psicosi, ahimè, più diffuse ai nostri tempi, ovvero la paura di subire furti o rapine. Scritto bene, incuriosisce fino alla fine e si cerca di capire fin dove possano spingersi le "armi difensive" della vettura, fino al tragicomico epilogo. Merita lode il fatto di aver evidenziato - almeno per quello che ho capito io - come a volte siano più i timori che i fatti a causarci danni. Avrei provato a contestualizzare meglio, magari spiegando perché il protagonista sente questa fortissima necessità di proteggere il proprio veicolo.
il protagonista è ossessionato dalla paura di essere derubato, e questo è un dato di fatto, visto che è in continua ascesa nella nostra società, ma come spesso capita è più questa paura a creare danni che altro.
grazie per il commento.
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Re: Commento
grazie per le osservazioni, servono sempreDaniele Missiroli ha scritto: ↑19/01/2019, 18:33Idea: Abbastanza originale. Peccato si capisca subito cosa succederà.
Trama: Una persona ossessionata dai furti capirà che quello era il problema minore.
Personaggi: Abbastanza credibili. Forse il venditore andrebbe più disumanizzato.
Argomento: Un pomeriggio splatter?
Lettura: Scorrevole, nessun errore.
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Giudizio: Buono, anche se manca la sorpresa.
peccato non averti sorpreso, andrà meglio la prossima volta

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ti ringrazio per il bel commento, IdaIda Dainese ha scritto: ↑30/01/2019, 23:07Eh, mi dispiace per la gamba del povero protagonista ma io l'ho trovato divertente. Forse, è meglio dire divertente con una nota di amaro, una specie di ammonizione su quanto ci aspetta in futuro, vista l'ossessione tecnologica che ci pervade. Da un lato questa tecnologia ci rende la vita più semplice ma dall'altro non ci perdona gli errori di logica. Insomma è come sbraitare al computer quando l'errore è stato nostro, sperando che non ci tiri un pugno.
Capisco anche l'ossessione per l'antifurto: più cose belle hai, più le devi proteggere. Il cenno alle assicurazioni è perfetto, aiuta a portare l'ambientazione in quel futuro così prossimo.
La narrazione mi piace, asciutta, semplice e incisiva; un racconto apparentemente semplice che fa riflettere su temi importanti.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

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Del racconto premio l’originalità dell’idea e la costruzione dei personaggi. Non ritengo che l’autore abbia fallito nel suo intento di dare alla storia un taglio sarcastico; l’inquietudine che trapela – già sollevata in precedenti commenti – è oggettiva, intrinseca nel tratteggio di contesti futuribili, soggiogati dall’espansione incontrollata della tecnologia. Non amo questo genere narrativo, dal quale mi tengo sempre – sia come autore sia come lettore – a distanza di sicurezza; ma riconosco che Fausto sia stato capace nel cimentarvisi senza sfigurare. Rileggerò il racconto una seconda volta prima di esprimere il voto.
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Mi è piaciuto quasi tutto, l'idea, la struttura, i dialoghi, lo sviluppo della storia...ho trovato però un po' frettoloso e poco interessante il finale, probabilmente mi aspettavo un colpo di scena. Comunque nel complesso trovo sia un racconto molto buono, scritto molto bene.
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intanto ti ringrazio per quanto hai scritto, poi ti dico che sono contento perché dici che il taglio sarcastico si nota.Stefano Giraldi Ceneda ha scritto: ↑10/02/2019, 19:42Del racconto premio l’originalità dell’idea e la costruzione dei personaggi. Non ritengo che l’autore abbia fallito nel suo intento di dare alla storia un taglio sarcastico; l’inquietudine che trapela – già sollevata in precedenti commenti – è oggettiva, intrinseca nel tratteggio di contesti futuribili, soggiogati dall’espansione incontrollata della tecnologia. Non amo questo genere narrativo, dal quale mi tengo sempre – sia come autore sia come lettore – a distanza di sicurezza; ma riconosco che Fausto sia stato capace nel cimentarvisi senza sfigurare. Rileggerò il racconto una seconda volta prima di esprimere il voto.
era quello che volevo, per far comprendere le assurdità cui ci stiamo abituando
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Re: Commento
ciao, CarolCarol Bi ha scritto: ↑10/02/2019, 21:45Mi è piaciuto quasi tutto, l'idea, la struttura, i dialoghi, lo sviluppo della storia...ho trovato però un po' frettoloso e poco interessante il finale, probabilmente mi aspettavo un colpo di scena. Comunque nel complesso trovo sia un racconto molto buono, scritto molto bene.
a me pareva che il colpo di scena, se così vogliamo chiamarlo, ci fosse: il tipo perde un arto...
evidentemente ti ho creato altre aspettative e non le ho soddisfatte.
mea culpa, cercherò di rimediare la prossima volta
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Con questo romanzo scopriremo in che modo un rivoluzionario viaggio nel Tempo darà il via a un innovativo sistema di colonizzare la Luna e, forse, l'intero Universo. Partendo dalla Terra con una macchina del Tempo, è possibile arrivare sulla Luna? In queste pagine vi sarà raccontato del lato "Tempo" di questa domanda. La parte "Luna" (qui solo accennata) verrà sviluppata più corposamente nel seguito di questo libro auto-conclusivo. L'autore ha cercato a lungo qualche riferimento a opere che narrassero di un crononauta che sfrutti il viaggio nel Tempo per raggiungere il nostro satellite naturale, ma non è riuscito a trovarne alcuna. Lo scrittore Giovanni Mongini (autore, tra le varie cose, dello splendido articolo "Viaggio al centro del tempo") lo ha confortato in tal senso, perciò si vuole concedere il lusso di indicare la sua persona come colei che ha inventato per prima questo tipo di viaggio Terra-Tempo-Luna. Concedeteglielo, vi prego, almeno per un po' di… tempo.
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Complice di serate e di risate, veicolo per vecchie e nuove amicizie, la birra ci accompagna e ha accompagnato la nostra storia. "Dentro la birra", abbiamo scelto questo titolo perché crediamo sia interessante sapere che cosa ci sia di così attraente nella bevanda gialla, gasata e amarognola. Perchè piace così tanto? Che emozioni fa provare? Abbiamo affidato questa "indagine" a Braviautori, affinché trovasse, tramite l'associazione e il portale internet, scrittori capaci di esprimere tali sensazioni. E infatti sono arrivati numerosi racconti: la commissione ne ha scelti 33. Nemmeno a farlo apposta, 33 è la quantità di centilitri di un gran numero di bottiglie (e lattine) di birra; una misura nota a chi se n'intende.
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