Recensione # 1, data 25/04/2017
Il passaggio non riguarda solo lo spazio ma anche il tempo. Sembra infatti che i soldati del capitano Velic siano finiti dove, in un certo senso, erano già stati in precedenza, iniziando una comunicazione già avvenuta e trovandosi, senza memoria, al punto di partenza di un viaggio che come destinazione ha proprio quella partenza. In pratica fautori del proprio ritorno/arrivo. La mia frase non è molto chiara e potrei anche aver frainteso, ma mi piace troppo quest’idea di cerchio temporale lunghissimo che lega due mondi. Antenati che, conoscendosi, provano a rimediare a costo di abbandonare un pianeta alla distruzione. Gli abitanti dell’uno che interagiscono con l’altro influenzandosi a vicenda, scambiandosi progetti e dettagli che fanno sorgere qualche dubbio in chi è abituato a pensare più degli altri. È colpa del buco nero se sono ritornati al punto zero? Se qualcuno ha potuto prevedere l’arrivo in massa e ha fatto in modo di neutralizzarlo? È interessante che in fondo si ritrovino sempre in uno stesso luogo due mondi diversi: quello dei guerrieri e quello dei pensatori.